Percorrendo via Canova, in corrispondenza della Porta di Santa Caterina che interrompe l’allungata prospettiva della via, si incontra Casa Duse. Questo palazzo, già nel ‘500 residenza di Francesco Nursio Timideo da Verona, segretario personale della regina Cornaro, è posto sulla cinta muraria medievale. Alla fine dell’Ottocento era proprietà della scozzese Jane Morison Miller, un’amica della sorella del poeta Robert Browning.
Venne preso in affitto e restaurato dalla Divina Eleonora Duse con l’intenzione di ritirarvisi. La disponibilità della casa fu oggetto di una vicenda che testimonia l’animo romantico e passionale della Duse. Contesa con una famiglia veneziana, l’attrice inizialmente rinunciò all’abitazione dopo aver saputo le motivazioni del “contendente”: la compagna di un caduto nella battaglia del Grappa desiderava tener vivo il caro ricordo affacciandosi alle finestre di quel palazzo dalle quali si poteva ammirare una vista incantevole del tragico luogo.
Significativa la celebre frase dell’attrice: “Allorché la mattina apro le imposte della mia camera, nel vano della finestra si inquadra il Monte Grappa. Allora metto due vasi di fiori sul davanzale. Ecco un altare”. Solo dopo la rinuncia da parte degli interessati la Duse tornò in possesso dell’edificio che fu successivamente acquistato dalla figlia della celebre attrice, Enrichetta. Venne venduta nel 1934 ed il ricavato donato alla Società Acelum, una fondazione a scopo educativo amministrata dal prevosto di Asolo Mons. Brugnoli. Ora è proprietà di privati. In facciata vi è affissa una lapide il cui testo fu dettato da d’Annunzio nel 1925 a memoria della Divina nel primo anniversario della scomparsa.
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